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Don’t touch my Onboarding

Don’t touch my Onboarding



Cosa si intende per onboarding?

Qual è il peso dell’onboarding all’interno dell’employee experience di ogni Persona? Molto rilevante, senza ombra di dubbio!

Partiamo dalle basi: l’onboarding è il meccanismo attraverso cui i nuovi dipendenti acquisiscono le conoscenze, le abilità e i comportamenti necessari per diventare membri attivi dell’Azienda: è quella fase molto delicata di passaggio che traghetta qualsiasi Professionista dallo status di candidato a quello di dipendente.

L’obiettivo strategico di questa fase è fornire al nuovo dipendente tutti gli strumenti per essere completamente operativo e integrato con la struttura aziendale, così da garantire efficacia  nel tempo.

Win-win per Persona e Azienda

Uno studio del Gruppo Aberdeen (2016) sostiene infatti che quando un nuovo dipendente sperimenta un processo di Onboarding positivo ha il 69% di probabilità in più di rimanere in Azienda per almeno tre anni. Inoltre, per l’83% delle Aziende più importanti del mondo, la fase di onboarding inizia ben prima del giorno di ingresso in Azienda.

In generale, un onboarding di successo costituisce un win-win per Azienda e dipendente.

A trarne i benefici immediati è il dipendente, il quale avrà maggior chiarezza sulla struttura aziendale, sulla cultura e sugli obiettivi che gli verranno assegnati; in definitiva, si sentirà maggiormente soddisfatto, motivato e parte integrante dell’organizzazione.

A lungo termine, invece, sarà l’Azienda a beneficiare di un onboarding di successo per i seguenti motivi:

  • Aumento dell’efficacia: un professionista a cui vengono fornite tutte le informazioni necessarie viene messo nelle condizioni di lavorare al meglio, per cui sarà efficace in tempi più brevi.
  • Conservazione dei talenti: un dipendente qualificato che si sente accolto, motivato e ingaggiato, svilupperà un forte senso di appartenenza che gli permetterà di continuare a scegliere l’Azienda anche in futuro.
  • Riduzione dei costi di assunzione: trattenere i talenti significa anche ridurre il turnover e, con esso, i costi implicati. Come scritto prima, un onboarding efficace è il primo passo per un rapporto di lavoro proficuo e duraturo.

Come curare l’Onboarding?

La prima regola è che non esistono regole. Non ci sono processi standard da seguire o replicare perché tutto dipende dalla tipologia di Azienda, dalla sua organizzazione e dal settore in cui opera… Ma anche dalla Culture Company! Qualche esempio? Il processo di Onboarding può prevedere una formazione sui software utilizzati in Azienda e il tour degli uffici, o, ancora, la consegna dell’organigramma aziendale e un aperitivo con i colleghi.

Ecco qualche consiglio per strutturare al meglio un programma di onboarding:

Crea una check list

Non lasciare nulla al caso: crea una check list che comprenda tutti i passaggi, anche i più scontati (es: inviare la richiesta di assunzione all’Ufficio Amministrazione HR) così da essere certo di non dimenticare nulla. L’onboarding comprende anche una fase precedente all’ingresso in Azienda e, in alcuni casi, continua per diverse settimane successive: assicurati di non tralasciare nulla.

Sensibilizza e coinvolgi i colleghi

Il processo di onboarding non coinvolge solo le Risorse Umane ma tutti i Reparti, soprattutto quello in cui entrerà la nuova Persona. Sensibilizza il Manager e i futuri colleghi sull’importanza dell’onboarding e dei primi giorni in Azienda, spiegando che la sua buona riuscita dipende da tutti.

Non sottovalutare la componente umana

I primi giorni in ufficio possono essere spaesanti: sensibilità ed empatia non devono mai mancare. Ad esempio, potresti “assegnare” al nuovo arrivato un Buddy per favorire l’integrazione e l’ambientamento del neoassunto, che avrà un punto di riferimento per qualsiasi dubbio o domanda. Potreste inoltre prevedere un “Welcome on board kit” con utili accessori brandizzati.

Crea connessioni

Assicurati di fornire al nuovo assunto tutte le informazioni necessarie per il lavoro; non ci riferiamo solo alle nozioni tecniche sulle mansioni, ma anche alle informazioni sul Business e sul ruolo svolto da ogni Direzione! Un’idea potrebbe essere quella di riservare degli slot durante i quali, nella sua prima settimana, il nuovo arrivato parlerà con i Manager dei vari Dipartimenti per comprenderne il ruolo strategico.

Chi ben comincia…

Assicurati che l’agenda dei primi giorni sia coerente. Coordinati con il Manager e con il Buddy per strutturare i primi giorni di lavoro, in modo che tutto sia (per quanto possibile) organizzato e non si percepiscano confusione o disorganizzazione.
Pianifica anche sin da subito le giornate di formazione e quali saranno i temi da smarcare.

Non dimenticare il feedback

Il termometro più veritiero è forse la voce stessa delle Persone che vivono l’Azienda. Non dimenticare di monitorare l’onboarding utilizzando metodi più formali (questionari di monitoraggio periodici a tot mesi dall’ingresso, sia per il neo assunto che per il suo Manager) o spontanei (perché non schedulare in agenda un caffè nella mensa dell’ufficio durante il quale, a 10 giorni dall’ingresso, domandare al neo assunto come procede l’inserimento?).

Potremmo dare altri cento consigli ma uno vale su tutti: tieni a mente quali sono gli obiettivi da perseguire, starà a te capire quali strumenti da adottare sfruttando, perché no, anche la tua creatività.


Marta Massimi

Talent Acquisition Manager

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