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Come affrontare la competizione sul posto di lavoro

Come affrontare la competizione sul posto di lavoro



Nel mondo del lavoro ogni professionista, che rientri in un team di lavoro aziendale o sia un consulente esterno, è chiamato quotidianamente a confrontarsi con una serie di interlocutori, tra cui clienti, responsabili, collaboratori, colleghi ecc.

Molto spesso, soprattutto nel privato, possono nascere forme di competizione sul posto di lavoro interne.

È vero che ogni componente dell’organico aziendale rappresenta un ingranaggio fondamentale di una catena che ha come obiettivo la realizzazione di un bene o servizio, ma è anche attestato che a volte ci si può imbattere in colleghi molto competitivi, che in alcuni casi possono nuocere e danneggiare l’ambiente di lavoro.

La sana competizione sul posto di lavoro

Bisogna distinguere tra competizione “sana” e “aggressiva”: la prima richiama un approccio lavorativo votato al raggiungimento di un obiettivo comune abbinato ad un lavoro ben realizzato, mentre il secondo caso adduce ad una “lotta interna” tra colleghi per primeggiare e mettersi in mostra, molte volte attraverso subdole tattiche che mirano a ledere singole risorse o il gruppo intero.

La sana competizione può essere solo un vantaggio per l’azienda, in particolare nei casi in cui essa sia adeguatamente stimolata e ricompensata, magari attraverso incentivi e forme di welfare&compensation, dove le risorse aumentano la produzione sia in termini quantitativi che qualitativi.

Cosa fare in caso di competizione aggressiva

Ma, qualora ci trovassimo a dover gestire colleghi estremamente competitivi, come ci dovremmo comportare?

Come approfondito nell’articolo di bid-net.com, ci sarebbero ben 18 modi per affrontare situazioni di agguerrita concorrenza in perfetto stile Royal Rumble (lotta tutti contro tutti).

Tra questi suggerimenti spiccano i ricorsi a forme di dialogo continuo con il proprio responsabile, o confronti diretti con coloro che attuano un atteggiamento scorretto pur di sorpassare chiunque altro.

Prender coraggio e affrontare di petto le situazioni non è semplice, ma neanche impossibile; infatti un altro trucco potrebbe essere da un lato assecondare velatamente i “competitors” interni, mostrandosi sicuri delle proprie qualità, e dall’altro mantenere la concentrazione sulle proprie attività e iniziare una sfida solo contro sé stessi.

In aggiunta, un’attenta valutazione di ogni situazione aiuta a predisporre una strategia di sopravvivenza efficace, a cui si aggiunge un atteggiamento coerente con i valori etici aziendali.  Senza dubbio ne può giovare l’opinione degli altri colleghi e del management, il quale dovrebbe rappresentare al meglio il modello comportamentale dell’intera organizzazione.

Per concludere, cito per intero il suggerimento numero 18, il più estremo ma talvolta l’unica via d’uscita qualora certe problematiche lavorative diventassero insostenibili: trova un altro lavoro.

Quando la competizione sul posto di lavoro ti spinge a cambiare

Se hai esaurito tutte le tue opzioni e stai ancora avvertendo gli effetti di un ambiente di lavoro tossico, potrebbe essere il momento di cercare un altro lavoro. Devi pensare alla tua felicità, alla fine della giornata, e se davvero non riesci a risolvere le differenze con il tuo fastidioso collega, allora dovrai trovare una via di fuga.

Ovviamente, arrivare a situazioni estreme non è mai un bene, perciò il nostro consiglio è agire in modo razionale, senza cedere agli impulsi.

Gli ambienti di lavoro sani che spronano a dare il meglio e premiano chi se lo merita, aiutano a migliorare sia il singolo che il gruppo.

L’ideale sarebbe incoraggiare una competizione che sia produttiva ed efficiente, ed evitare problematiche che possano risultare nocive e dequalificanti per l’intero contesto professionale.

Più che altro vogliamo pensare alla competizione come descritto in questa citazione:

 “Gli individui lottano e competono tra loro perché dalla rivalità scaturisce il progresso.”


Luca Giannuzzi

HR Recruiter 

 

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