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Come gestire un conflitto sul lavoro

Come gestire un conflitto sul lavoro



Il lavoro mette gli individui a contatto con altre persone ogni giorno, per molte ore al giorno. Condividere il proprio tempo con il prossimo, però, può avere sia pro che contro.

Trascorrere molto tempo con le stesse persone per giorni, mesi o anni, dà la possibilità di sviluppare relazioni che possono essere stimolanti e genuine sia sul lavoro che nel privato. Allo stesso tempo, se non si trovano le persone giuste, il rapporto professionale e personale può diventare al contrario faticoso o, peggio, dannoso.

Cosa fare, dunque, quando l’incompatibilità con un o una collega porta a un conflitto sul lavoro?

First reaction: stay calm!

È umano avere come prima reazione a un comportamento ostile un atteggiamento di replica altrettanto dura: per sua natura l’uomo si difende per poi contrattaccare. La prima cosa per gestire un conflitto sul lavoro è fare un respiro profondo e mantenere la calma. Un comportamento del genere potrebbe innescare un meccanismo denominato “botta e risposta” che, accentuato dal nervosismo, porterebbe a uno scontro senza reali vinti né vincitori.

Pensa alle conseguenze

A cosa porterebbe discutere con un o una collega fino alla fine del turno? A niente di buono.

La nostra quotidianità è composta da obiettivi, alcuni più semplici e altri più ambiziosi, che ci poniamo a livello conscio e inconscio. Un conflitto sul lavoro può diventare un ostacolo al raggiungimento di un obiettivo, sia esso conquistare una promozione entro fine mese o, semplicemente, trascorrere una serena giornata lavorativa.

Cerca la mediazione

L’obiettivo non è decretare vinti e vincitori, ma trovare un compromesso.

Non si può voler avere sempre ragione, poiché ci saranno casi in cui in più persone crederanno di essere nel giusto. Ma questo non significa rassegnarsi a non averla mai, lasciando sfogare i propri interlocutori senza ribattere. L’importante è far valere le proprie idee, sostenerle e tracciare il confine tra cosa si può cambiare e cosa no.

Con calma e pazienza, esponi chiaramente le tue ragioni e il motivo del tuo disaccordo: per risolvere un conflitto sul lavoro, non bisogna cercare di sottomettere il prossimo con le proprie idee, ma cercare una mediazione tra i punti di vista delle due o più parti.

E se il conflitto non si dovesse risolvere?

Chiedi aiuto: discutere è normale, accade in ogni contesto e ad ogni età. La via più semplice verso la risoluzione dei problemi è non affrontarli da soli, magari chiamando in campo una terza parte.

Ormai sempre più aziende hanno dipartimenti di Risorse Umane strutturati e preparati anche alla gestione delle dinamiche tra colleghi. Chiamare in causa una terza parte potrebbe essere la via giusta per fare sì che un conflitto sul lavoro venga sciolto, grazie all’oggettività del giudizio di qualcuno di esterno alla situazione, che possa moderare i toni in caso di eccessiva agitazione e condurre a una risoluzione dei problemi pacifica.

E se non c’è un conflitto ma semplicemente non c’è un buon feeling?

Non si può ignorare il prossimo, soprattutto se è nostro o nostra collega; si può però decidere che tipo di rapporto instaurarci. Collega non vuol dire automaticamente amico: è normale ponderare le relazioni sul lavoro, decidere quale sarà più o meno amichevole e quale si limiterà a un rapporto di conoscenza. L’importante, però, è mostrare sempre educazione e rispetto, far valere ogni persona e il suo lavoro.

In conclusione, per riepilogare: mantenere la calma, gestire le relazioni in modo corretto e chiedere aiuto sono i passaggi fondamentali per fare sì che il luogo di  lavoro rimanga un ambiente sereno in cui trascorrere il  proprio tempo.

L’obiettivo principale deve essere sempre quello di stare bene, sia sul lavoro che nel privato, sia da soli che in compagnia, impegnandosi per raggiungere il benessere psico-fisico, senza mai minare quello del prossimo: rispettare la propria salute mentale significa prendersi cura anche della salute mentale altrui, poiché ogni comportamento influenza il benessere psicologico proprio e del prossimo!


Federica Patrignani

Talent Acquisition Specialist

 

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