La scelta di “re-inventarsi”
Dove tutto è iniziato
Ciao a tutti!
Mi chiamo Floriana e vi racconto la storia di come ho deciso di rimettermi in gioco!
Un giorno riflettevo sulla sezione di LinkedIn con la scritta “informazioni”.
Bene, essa serve proprio a descrivere noi stessi, ognuno cerca di mettere in risalto qualità e competenze che ritiene essere le più adatte per provare ad entrare nel mondo del lavoro.
Ma è sempre vero che le nostre scelte formative e professionali coincidano realmente con i nostri sogni, con le nostre aspirazioni o con le nostre aspettative?
Oppure abbiamo cercato solamente di “adeguarci” alle esigenze della società?
Io fino a poco tempo fa ero strasicura che la mia vita lavorativa fosse del tutto legata al job title: “Segreteria front office e back office”.
Diversi modelli aziendali, ma nessuno efficace e coerente
Nel mio percorso, iniziato sette anni fa, ho avuto modo di conoscere realtà lavorative molto diverse fra loro.
Mi sono imbattuta in aziende che mi lasciavano la libertà di esprimere i miei pensieri e le mie idee ma poi, si sa, “l’ultima parola spetta sempre al capo”, aziende che dicevano di ambire ad importanti e prestigiosi traguardi, ma senza fornire effettivamente (e in alcuni casi praticamente) strumenti di lavoro adeguati per raggiungere i normali obiettivi, o organizzazioni che aspiravano a migliorare il loro posizionamento sul mercato, per poi adottare politiche e comportamenti statici, direi quasi “incementate” in un’idea di azienda “vecchio stampo” (strategia ancora vincente per taluni settori).
Infine, vale la pena citare l’ultimo modello aziendale: “modello prova del melone”, ovvero, quelle aziende che provano ripetutamente più candidati per poter decidere poi (tempo indefinito) le sorti della risorsa umana.
Sono proprio quest’ultime organizzazioni che mi hanno fatto riflettere e capire che forse, quel titolo “Segretaria front office e back office” non mi rappresentava al meglio ma, avendo ricoperto solamente quel ruolo durante tutta la mia carriera, ogni mia ricerca di lavoro era fortemente orientata alla valutazione di tale job o similare.
Riflessione e consapevolezza
Ad un certo punto ho detto “Stop”!
Mi sono posta alcune domande: Sei veramente felice lavorativamente parlando?
Ti senti gratificata? Stai crescendo lavorativamente parlando?
La risposta ovviamente ve la lascio immaginare.
Ho preso consapevolezza del fatto che mi ero ingabbiata in un ruolo fisso e statico (senza voler denigrare un ruolo in sé comunque importante) e che tutte le mille idee che mi balzavano per la testa erano davvero prese e messe in un tiretto ad impolverarsi.
Ho deciso quindi di provare a “svoltare” la mia vita lavorativa, iscrivendomi ad un Master Universitario intitolato “Coaching umanistico e Programmazione NeuroLinguistica”.
La scelta del Master Universitario
Il Master, fornisce le competenze fondamentali per diventare Coach professionista, esperto nel settore della comunicazione e in grado di sviluppare potenzialità di persone, gruppi e organizzazioni.
Tale titolo, è spendibile in tutti gli ambiti nei quali è richiesta capacità comunicativa e, ovviamente, nei settori della scuola e della formazione.
Mi ero già approcciata a questo mondo ma come semplice uditrice, uno dei classici corsi di formazione aziendale, ma immediatamente capii che era totalmente differente da ciò che riscontravo quotidianamente nell’esperienza lavorativa.
Gli argomenti trattati risultavano appassionanti, utili e trovavano un potenziale campo d’applicazione nella mia vita personale e professionale.
Purtroppo, la mentalità aziendale “chiusa” e poco incline al cambiamento non dà buoni frutti, anzi, contribuisce a rallentare i processi di cambiamento necessari.
Un nuovo progetto professionale
E allora mi sono chiesta: cosa posso fare per facilitare, coordinare, coinvolgere e migliorare positivamente il lavoro di tutte le persone inserite all’interno di un contesto lavorativo?
In un preciso momento, che coincideva con il desiderio di un cambiamento professionale, ho preso consapevolezza: dovevo scommettere su me stessa, mi volevo Reinventare e il coaching e la NLP mi hanno dato questa opportunità.
Qualche definizione
Il coaching umanistico è un “allenamento”, un metodo composto da basi teoriche, filosofiche e scientifiche, che si pone come obiettivo quello di sviluppare le potenzialità e i talenti dell’individuo. Non è un percorso statico ma bensì, un allenamento modellato sull’unicità intrinseca di ciascuno di noi.
La NLP – Neuro-linguistic programming è una metodologia, nata nei primi anni’70 in California ad opera di Richard Bandler e John Grinder che, tramite l’osservazione di alcuni terapeuti (Virginia Satir, Fritz Perls, Milton Erickson) ricavarono schemi di comunicazione originali ed efficaci.
Questi schemi trovarono applicazione in molti settori dell’agire umano. Lo scopo della NLP è quello di facilitare il raggiungimento degli obiettivi di un individuo o di gruppo di individui tramite il modeling, in quanto, secondo gli studiosi, imitando i comportamenti, il linguaggio delle persone di successo, sarebbe possibile catturare le loro capacità e raggiungere i medesimi risultati.
Una nuova mission
Poi si sa, “l’appetito vien mangiando”, e dunque mi sono accorta che, mentre ero ferma a sistemare carte, ad aggiornare le schede clienti, a riordinare gli archivi impolverati di aziende che iniziavano a somigliare a dei bunker sotterranei, il mondo era andato avanti.
Ho iniziato a seguire dei corsi pratici su come organizzare al meglio il lavoro aziendale, su come “facilitare” realmente e praticamente la vita di chi incontra difficoltà nel gestire al meglio realtà aziendali complesse, strutturate e non.
Questo percorso “freelance” che attualmente sto svolgendo da lavoratrice studentessa, mi sta regalando moltissime soddisfazioni personali, essendo riuscita ad unire finalmente le mie due più grandi passioni: organizzare e comunicare.
Non è un percorso semplice in quanto, spesso, i nostri desideri e le cose che ci rendono più felici e soddisfatti non trovano spazi vitali all’ interno di “organizzazioni muro”, ovvero all’interno di quelle realtà in cui “Abbiamo sempre fatto così e non capiamo perché dovremmo cambiare il nostro vincente metodo”; ma, in questo, il coaching e la NLP trovano il modo di entrare in punta di piedi nel mondo dell’interlocutore per far riflettere su cosa è giusto (per te), cosa serve per stabilire dei legami duraturi di collaborazione (per la tua realtà aziendale, personale) e via dicendo.
Conclusione
Spesso, dalle porte chiuse in faccia, dalle occasioni mancate, dalle opportunità appena sfiorate con un dito e poi perse, nasce un cambiamento, un desiderio di far sentire la propria voce al mondo.
Re-Inventiamoci e Re-Investiamo su noi stessi e non smettiamo mai di confrontarci con il mondo che ci circonda.
E voi avreste il coraggio da un giorno all’altro, di tagliare i legami col passato scommettendo su voi stessi per rimettervi in gioco e seguire con passione e tenacia i vostri sogni?
Floriana Sasso
Recruiter Istituto Volta