Chiamaci: +39 06 5654 6070 | Scrivici +39 340 492 7983

AI nel recruiting: alleata strategica o minaccia per chi assume?

AI nel recruiting: alleata strategica o minaccia per chi assume?



Negli ultimi mesi non si parla d’altro: l’intelligenza artificiale è ovunque, anche nei processi di recruiting. Algoritmi che leggono CV più velocemente di quanto noi leggiamo un messaggio su WhatsApp, software che valutano candidati in video call, sistemi che ci dicono chi è “compatibile” con una posizione, come se si trattasse di un match su Tinder.

Ma la vera domanda è: l’AI ci aiuta davvero a scegliere meglio o ci sta rubando il mestiere?

Cosa può fare (davvero) l’AI nel recuiting

Oggi l’intelligenza artificiale si sta ritagliando un ruolo concreto nella fase iniziale del recruiting. Alcuni esempi?

  • Parsing e screening automatico dei CV: l’AI legge, organizza e classifica migliaia di curriculum in pochi secondi. Ideale per i ruoli con tanti candidati, meno efficace quando il valore sta nei dettagli.
  • Matching tra profilo e job description: software di AI analizzano le parole chiave nei CV e le confrontano con l’annuncio, generando un punteggio di compatibilità.
  • Analisi delle video-interviste: alcuni strumenti misurano espressioni facciali, tono di voce e linguaggio verbale per “valutare” emozioni, sicurezza o tratti comportamentali.
  • Chatbot per pre-screening: interagiscono con i candidati per raccogliere info preliminari e rispondere a domande frequenti. Comodi, ma poco empatici.

Cosa non può (e non deve) fare l’AI nel recruiting

L’intelligenza artificiale è utile, ma non è (ancora) in grado di sostituire l’intuito, l’empatia e la capacità di lettura tra le righe che un buon recruiter sviluppa con l’esperienza. Esistono dei campi nei quali l’AI ancora fatica a ottenere risultati ottimali.

Tra questi, la valutazione del contesto: come capisce l’AI che dietro una “pausa lavorativa” c’è un caregiver familiare o un cambio di vita consapevole? Oppure nella valutazione autentica, poiché nessun software può sostituire un colloquio ben condotto, dove si costruisce una relazione, non solo si fa un interrogatorio.

Infine, un tema caro a Place & People (speriamo che tu non ti sia perso i nostri ultimi articoli XXX), quello della DEI: se l’algoritmo è addestrato su dati “storici”, tenderà a replicare pregiudizi preesistenti (es. candidati uomini per ruoli tecnici). Un esempio concreto?

Amazon ha dismesso un tool di AI per il recruiting perché penalizzava sistematicamente i CV femminili: l’AI aveva “imparato” che negli anni precedenti i candidati selezionati erano soprattutto uomini.

Come usare l’AI in modo intelligente

L’AI non è il problema. Il problema è come la usiamo. Ecco alcune best practice per non perdere il controllo:

  • Usala come filtro, non come oracolo: l’AI nel recruiting può aiutarti a fare una prima scrematura, ma la decisione finale deve restare umana.
  • Verifica i dati di partenza: se i dati sono “sporchi” o pieni di bias, anche l’output sarà distorto.
  • Progetta con inclusività: assicurati che i criteri di selezione automatica non escludano categorie di candidati (es. CV non standard, carriere non lineari).
  • Comunica ai candidati quando stai usando l’AI: la trasparenza è un segnale di rispetto (e presto anche un requisito normativo).

E in Italia? Un po’ indietro, ma qualcosa si muove

Nel nostro Paese l’adozione dell’AI nei processi HR è ancora limitata, soprattutto nelle PMI. I motivi? Diffidenza, scarsa conoscenza degli strumenti, mancanza di budget. Tuttavia, c’è anche un’opportunità: partire con il piede giusto, evitando errori già visti altrove.
Formazione, test controllati e collaborazione tra HR e IT sono il primo passo. Ti forniamo tre validi strumenti che potrebbero rendere più efficaci le tue ricerche:

Recruitee – ATS collaborativo con AI per la selezione

Recruitee è un Applicant Tracking System (ATS) pensato per rendere il recruiting più snello e collaborativo. Combina funzionalità classiche di gestione candidati con elementi di AI e automazione. Suggerisce candidati più compatibili con la job description basandosi su parole chiave, esperienze e competenze e automatizza task ripetitivi (inviti a colloqui, follow-up, messaggi).

HireVue – Selezione video + valutazione predittiva con AI

HireVue è una piattaforma di video colloqui on-demand e valutazione dei candidati tramite intelligenza artificiale. È uno dei nomi più noti (e anche più discussi) nel mondo del pre-screening automatizzato. Analizza le risposte dei candidati in video-interviste (linguaggio verbale e non verbale) e consiglia una “classifica” dei candidati più adatti al ruolo.

Textio – Scrittura inclusiva e attrattiva grazie all’AI

Textio è un tool di augmented writing: ti aiuta a scrivere annunci di lavoro più inclusivi, chiari ed efficaci, grazie all’intelligenza artificiale. Analizza il linguaggio dei tuoi job post in tempo reale ed evidenzia termini potenzialmente escludenti o di parte (es. troppo “maschili”, aziendalisti, vaghi).

In conclusione… Chi sceglie chi?

L’AI è uno strumento potente. Può aiutarci a velocizzare, organizzare, evitare errori ripetitivi.
Ma non può (né deve) sostituire la sensibilità umana, soprattutto in un processo delicato come la selezione del Personale.

In fondo, il rischio non è solo che “l’AI scelga al posto nostro”, ma che ci dimentichiamo il perché stiamo scegliendo.


Marta Massimi

Talent Acquisition Manager

Potrebbe interessarti...

La candidate experience: perché è così importante?

Talento? No, grazie

Place & People Srl

Via Umberto Saba, 11 • 00144 Roma

P.Iva 14564591007

Esercizio a tempo indeterminato sez. IV albo informatico ANPAL nr. 0000067/23-06-2023

Privacy Policy
Cookie Policy