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Bias Cognitivi

Bias Cognitivi


Bias Cognitivi

Alzi la mano chi non ha mai sentito parlare di bias cognitivi? Semplificando possiamo dire che sono delle scorciatoie che la nostra mente utilizza quando deve prendere delle decisioni.

Per chi si occupa di Risorse Umane, ma non sol, è importante confrontarsi con una domanda: sono certo/a di osservare, valutare, parlare con la mia sola testa?

Il nostro cervello è progettato per dare risposte, significati, interpretazioni. Per facilitarci la vita, secondo lui. La realtà però è che se non controllata questa automazione diventa un serio problema per:

  • la qualità del nostro lavoro;
  • per il nostro benessere (aumenta stress psichico e sofferenza emotiva);
  • per le nostre relazioni.

Vari tipi di bias cognitivi

Sono circa 180 gli errori cognitivi (bias o distorsioni della realtà) in cui è possibile incorrere con sistematicità.

Ci focalizziamo qui solo su alcuni:

  • effetto primacy: la prima cosa che vediamo influenza il giudizio su tutto ciò che viene dopo. Siamo sensibili all’ordine con cui riceviamo le informazioni;
  • costo sommerso: continuare a commettere gli stessi errori malgrado i costi investiti (tempo, soldi, energia) per paura di perdere, di fallire, di essere giudicati;
  • effetto conferma: valutare informazioni che si adattano a pensieri e preconcetti personali. A favore di questo si evitano di considerare informazioni opposte e diverse, anche se più veritiere;
  • effetto Dunning-Kruger: più sai più hai dubbi. Più ignori più credi di sapere;
  • effetto placebo: provare beneficio dopo la somministrazione di una sostanza o di una copia (placebo) che si crede abbia lo stesso effetto;
  • euristica della disponibilità: i giudizi sono influenzati dalle informazioni che più facilmente vengono in mente;
  • self serving bias: credere che gli insuccessi siano dovuti a fattori esterni, mentre i successi sono solo merito proprio;
  • reattanza: credere che qualcosa o qualcuno stia limitando le proprie scelte o limitando le alternative da valutare;
  • effetto spotlight: sovrastimare quello che facciamo e aspettarsi che sia sempre riconosciuto dagli altri;
  • fallacia di Gambler: dare rilevanza al passato. Tutto ciò che accade oggi è giudicato e valutato sulla base di quanto accaduto ieri (in positivo e in negativo);
  • proiezione: credere che le persone la pensino come noi e aspettarsi quindi che siano d’accordo con noi (correlazione con il bias del falso consenso);
  • status quo: è un errore di valutazione dovuto alla resistenza al cambiamento. Cambiare spaventa e per questo si preferisce lasciare le cose come stanno anche se ci fanno stare male o non ci soddisfano a sufficienza. Il pensiero di fondo è tanto poi se cambio è peggio;
  • bias del presente: decidere per una gratificazione immediata, non valutando i guadagni nel lungo termine.

Sefora Rosa

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